Per amanti dei vini bianchi e rosè - Wine at Wine

Abbiamo già incontrato l’azienda Elena Walch, raccontando il grande Gewurztraminer 2014, fatto con le uve provenienti dal bellissimo vigneto Kastelaz che si trova nel comune di Termeno. Oggi parleremo di un altro grande bianco dell’azienda, il Sauvignon 2014 da uve prodotte nell’altro prestigioso cru aziendale, il Castel Ringberg ubicato nel comune di Caldaro.

Il vigneto, prende il nome dall’omonimo Castello rinascimentale, costruito dagli Asburgo all’inizio del XVII secolo.  Il maestoso Castello emerge sul vigneto che, grazie ai 20 ettari di estensione, rappresenta la principale tenuta di Elena Walch, oltre a distinguersi come uno dei più estesi dell’intero Alto Adige. I ripidi terreni di origine morenica, i suoli calcarei, argillosi ed in parte sabbiosi rendono inconfondibile il terroir, contribuendo alla peculiare interpretazione nella coltivazione di differenti varietà d’uva.

Castel Ringberg costituisce quindi un punto d'incontro esclusivo tra svariati tipi di terreno risalenti all’era glaciale o a epoche successive, situati su una base di quarzo porfirico e limitati a ovest dalle Dolomiti. I pendii settentrionali sono composti da pietrisco di 30.000 anni fa originario dall’Adige, alternati a terreni morenici di più recente formazione. Nelle estremità più a nord e a sud del vigneto invece, il suolo è formato da residui di pietra calcarea rossastra, ideale per la propagazione delle radici delle viti, poiché ben aerata e dalla morbida consistenza.

Il Locorotondo è un vino bianco prodotto tra Bari e Brindisi la cui Doc è radicata nella zona della Valle d’Itria ed in particolare nei comuni di Locorodondo (ovviamente!), Cisternino e Fasano.

I vitigni consentiti sono la Verdeca (50-65%), il Bianco d’Alessano (35-50%) ed altri vitigni locali per un massimo del 5%, come il Minutolo (definito erroneamente Fiano).

Vi voglio raccontare un altro vino bianco degustato quest’estate: il Cervaro della Sala 2005. Un grande vino, creato nella tenuta umbra Castello della Sala di Antinori, famiglia del vino arrivata alla ventisettesima generazione in oltre sei secoli di storia.

La Marchesi Antinori opera nel mondo del vino ininterrottamente dal 1385. L’azienda oggi possiede diverse tenute sparse principalmente tra Toscana ed Umbria, in alcune prestigiose zone vitivinicole come il Chianti Classico, Bolgheri o Montalcino. Ma, con il tempo, la proprietà si è ampliata, con investimenti in altre aree vocate per la produzione di vini di qualità, tanto che oggi la Marchesi Antinori rappresenta la più grande realtà vitivinicola privata in Italia.

Castello della Sala si estende per ben cinquecento ettari, dei quali centoquaranta condotti a vigneto su suolo argilloso e ricco di fossili del Pliocene di origine sedimentaria e vulcanica. La tenuta si trova a diciotto chilometri da Orvieto vicino confine regionale della Toscana, in prossimità del fiume Paglia e della vetta del Monte Nibbio. I vigneti sono impiantati tra i 200 ed i 400 m slm e sono sovrastati dal Castello della Sala che li domina dai suoi 534 metri d’altitudine. Il Castello, risalente al 1350, venne acquistato nel 1940 dal Marchese Niccolò Antinori assieme all’intera proprietà costituita da ventinove poderi oltre che da estesi boschi. In effetti, originariamente l’acquisizione venne effettuata per la particolare vocazione di questo terroir per la coltivazione di uve a bacca bianca. Proprio come lo Chardonnay e il Grechetto, le uve utilizzate nel blend del Cervaro della Sala.

Alto Adige, terra di confine e di vigneti. Terra che si contraddistingue da molto tempo per un comparto vitivinicolo caratterizzato da un sistema associativo molto evoluto. Qui le cantine sociali riescono a coniugare le esigenze spesso contrapposte dell’elevatissima qualità dei vini prodotti e del reddito garantito ai soci conferitori.

In questo contesto emergono alcune cantine private, molte a conduzione familiare. Una di queste è Elena Walch, nome della titolare dell’omonima azienda ormai nota in Italia e all’estero, azienda che con 55 ettari di vigneto coltivato in regime di elevata sostenibilità, oltre a una cantina tecnologicamente avanzata ed ecocompatibile, ha certamente contribuito alla rivoluzione qualitativa dell’Alto Adige.

I vini di Elena Walch devono rispettare un basilare principio: essere cioè l’espressione del proprio terroir, quindi del territorio in cui è prodotto, nonché del clima caratterizzato dalle grandi escursioni termiche e delle attività necessarie alla sua produzione. Ogni vigneto deve essere condotto rispettando le proprie peculiarità in modo tale che possa essere lasciato in eredità alle prossime generazioni. Arricchimento del suolo con sostanze organiche e residui del legni di potatura, rinuncia all’uso di erbicidi, estensione delle pratiche della coltivazione biologica, defogliamento e antagonismo biologico per il contrasto dei parassiti: sono soltanto alcuni dei principi adottati in azienda nella conduzione della vigna in un’ottica di rispetto e di tutela dell’ambiente.

Il nostro lungo tour tra i vini dell’azienda del bufalo, la San Salvatore, passa oggi per un Greco vinificato in purezza: parliamo di Elea I.G.P. Paestum Bianco 2012. 

Nasce da uve provenienti da vitigni allevati a spalliera con potatura guyot a circa 140 metri sul livello del mare, che affondano le radici in terreni argillosi e sono esposti a sud-sud ovest.

Abbiamo degustato uno dei vini di punta dell’azienda vinicola Planeta. Questo produttore siciliano opera di fatto soltanto dalla metà degli anni ’90 del secolo scorso, nonostante la tradizione agricola della famiglia risalga addirittura al ‘500. Tanto che la proprietà dell’azienda è condivisa tra una quindicina di cugini.

Il vino degustato, in realtà, nel corso del tempo è diventato uno dei simboli più noti della rinascita enologica dell’isola: parliamo dello Chardonnay del millesimo 2005, annata ormai non più in commercio da tempo.

Oggi Planeta rappresenta una dei principali protagonisti del movimento vinicolo della Sicilia con oltre 360 ettari di vigneti distribuiti in sei differenti tenute situate nelle zone più vocate dell’isola: Ulmo a Sambuca di Sicilia, Dispensa a Menfi, Dorilli a Vittoria, Buonivini a Noto, Feudo di Mezzo sull'Etna a Castiglione di Sicilia e La Baronia a Capo Milazzo. Tutti i vigneti sono stati piantati direttamente dalla famiglia successivamente alle varie acquisizioni. Oltre due milioni le bottiglie prodotte, più della metà esportate.

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