Per amanti dei vini bianchi e rosè - Wine at Wine

Girando per i padiglioni del Vinitaly, non abbiamo potuto non sostare presso lo stand dell’azienda Terredora di Paolo Mastroberardino, azienda irpina che quasi due anni fa ho avuto la fortuna di visitare a Serra di Montefusco. Abbiamo quindi degustato le nuove annate della Falanghina, del Lacryma Christi, dei Greco, dei Fiano prima di passare agli Aglianico, ai Taurasi e all’ultimo nato, il passito rosso. I vini si confermano di altissimo livello, molto territoriali e caratteristici. Mi sono poi soffermato su un grande vino bianco, il Fiano d’Avellino Campore del millesimo 2011.

Nonostante l’andamento climatico non sia stato indubbiamente dei più semplici, l’annata è da considerarsi straordinaria quanto meno per i vini da uve a bacca bianca. Buona la piovosità durante l’anno, dal mese di agosto si è osservato un graduale miglioramento dei parametri analitici delle uve. Le importanti escursioni termiche nel bimestre settembre-ottobre, proprio alla vigilia della vendemmia, hanno poi consentito l’accumulo di sostanze aromatiche sulle bucce. Peculiarità che poi ritroveremo nel vino, assieme al grande patrimonio acido, proprio dell’uva Fiano.

Il Gewurztraminer è certamente un vino che va’ molto di moda da qualche anno: profumato, floreale, rotondo tendente al dolce, ammaliante, femminile; se volete far colpo su una donna (non esperta di vino) o stupire commensali (non consumatori assidui di vino né esperti) potete contare su di lui!

Ne abbiamo parlato spesso noi di Wine at Wine  perché si tratta di una tipologia di vino che merita attenzione per evitare che venga portata sugli scudi dalle tendenze ed allo stesso tempo sminuita da chi, presentandosi come sedicente esperto assoluto, vuole sminuirla proprio perché di moda ed apprezzato anche dal “pubblico occasionale”.

 

Oggi siamo in Liguria, nel paese della focaccia al formaggio: Recco; adoro questo prodotto che dal 2012 ha ottenuto la certificazione IGP; mi piace accompagnarla con una Isaac Baladin; ma questa è un’altra storia: come sempre parleremo di vino.

 

Il Bianco d'Alessano è un vitigno a bacca bianca di cui non si conosce l'origine, anche se molti lo indicano autoctono della Valle d'Itria; conosciuto anche con i nomi di Achiappapalmento, Bianco di Lessano e Verdurino.

Si tratta di un vitigno molto diffuso in passato che attualmente ha perso “metri” vitati a causa della scarsa resa; in favore dell’altro diffusissimo bianco: il Verdeca.

Qualche tempo fa avevamo parlato del Pallagrello, nell’articolo si parlava in generale delle caratteristiche di questo interessante vitigno presente soprattutto nella zona del Casertano ed in Molise; oggi siamo invece a raccontarvi di una degustazione avvenuta presso l’enoteca Vini Divini di Napoli con il produttore Michele Alois.

Michele, con la sua voce leggermente rauca, ci ha spiegato in modo semplicissimo, come si fa con un bambino, i suoi vini ed i processi produttivi che, a leggere talvolta le schede tecniche, vista la complessa terminologia, scoraggiano a priori ogni approfondimento!

 

 

Per l’anno nuovo? In bocca al lupo!

Non sono un tipo scaramantico, ma conservare questo vino per stapparlo il 31 di dicembre era una tentazione troppo forte! L’ho acquistato online proprio perché influenzato dal nome e dall’etichetta, ebbene si, capita anche a me!

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