Mercoledì, 21 Settembre 2016 10:25

Colli di Lapio: conferma con il Fiano 2014

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In passato abbiamo degustato diverse espressioni di Fiano d’Avellino, uno dei vini d’eccellenza della Campania e dell’intero Paese. È sovente prodotto da piccole realtà rurali come l’Azienda vitivinicola Colli di Lapio, condotta da Clelia Romano. Proprio il Fiano d’Avellino 2009 di Colli di Lapio era stato recensito su Wine at Wine, quando era stato degustato in abbinamento ad un risotto alla zucca.

L’azienda Colli di Lapio è stata creata nella prima metà degli anni ’90 del secolo scorso. È situata nella vecchia masseria di famiglia in contrada Arianiello, piccola frazione del comune di Lapio. Il paese Irpino, situato a circa 550 metri sopra il livello del mare, si caratterizza per un clima secco e ventilato, per l’ottima soleggiatura estiva e per le forti escursioni termiche. E, più in generale, per offrire condizioni ottimali per la coltivazione della vite. Tanto che Lapio rappresenta il principale centro dell’areale del Fiano di Avellino, tra i 26 comuni dell’Irpinia dove è consentita la produzione di questo vino. E Arianiello è da considerarsi come un vero e proprio grand cru per il Fiano d’Avellino.

Le uve provengono da vigneti di proprietà con esposizione nord-ovest e impiantati una ventina d’anni fa. Il terreno è composto da marne argillose miste ad arenarie su scheletro calcareo. Il sistema di allevamento è a spalliera e la vigna presenta una densità d’impianto di circa 2.500 ceppi per ettaro. Il vigneto è condotto in modo sostenibile, applicando i principi della difesa integrata. La vendemmia, che prevede un’attenta selezione delle uve, viene effettuata ai primi di ottobre facendo in modo che la resa sia sempre contenuta, non superando mai gli 80 quintali d’uva per ettaro.

In cantina, il Fiano viene prodotto in vasche di acciaio inox. Dopo una macerazione sulle bucce della durata di 2-3 giorni, il vino fermenta per una ventina di giorni a una temperatura controllata di 16°C. Il Fiano affina sempre in acciaio durante l’inverno e, dopo 4-5 travasi, viene messo in bottiglia dove riposa ancora per alcuni mesi prima di essere commercializzato.

Da un punto di vista analitico il vino si caratterizza per quasi 7 g/l di acidità e per un estratto secco che supera i 23 g/l. La gradazione alcolica è di 13,5°.

Passiamo alla degustazione.

Fiano d’Avellino 2014

Il vino si presenta con una veste color paglierino intenso, vivido e cristallino. Naso vario e complesso che propone un interessante ventaglio olfattivo. Ai delicati profumi floreali di acacia, presto subentrano i più intensi fruttati, con un’albicocca in evidenza a cui seguono pesca gialla, agrumi e tracce di ananas. Quindi sbuffi di tiglio e menta per chiudere con sentori di pietra focaia e mandorla amara. Palato pieno e coerente con l’olfatto. Sontuoso e ricco di materia, colpisce la veemente freschezza e la mineralità, chiari indizi di una sicura capacità evolutiva del vino che, tra l’altro, abbiamo già sperimentato in passato con soddisfazione. Grande la profondità e lunghissima la persistenza gusto-olfattiva che si caratterizza ancora da ritorni mandorlati.

Anche se per il momento è molto giovane e austero, il vino è già armonico e caratterizzato dall’elevata acidità e dalla ricchezza e complessità dei profumi. Un vino emozionante, che conferma le impressioni che avevamo avuto degustando il 2009 in abbinamento al risotto alla zucca.

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Alessandro Genova

Sommelier professionista dal febbraio del 2005, sono soprattutto un appassionato a cui piace leggere e documentarsi a proposito dei territori, delle tecniche di degustazione e del meraviglioso mondo che ruota attorno al vino. E che ama ovviamente degustare.

Mi piace mantenere relazioni con produttori, enologi e appassionati come me e non disdegno l’approfondimento delle problematiche distributive e marketing della produzione e della commercializzazione del vino.

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    L’azienda, nata nella prima metà degli anni ’90 dello scorso secolo, è ubicata a Arianello, una piccola frazione del comune di Lapio, paese Irpino situato a circa 550 metri sopra il livello del mare. Lapio è uno dei pochi comuni dove si possono produrre due delle tre DOCG del territorio, ossia il Fiano di Avellino e il Taurasi. La presenza di boschi che sfavoriscono prolungati surriscaldamenti estivi, il clima secco e ventilato e la buona piovosità facilitano la produzione anche del terzo vino d’Origine Controllata e Garantita dell’Irpinia, ossia il Greco di Tufo Alèxandròs, vino di cui parleremo oggi e che prende il nome dal terzo nipote di Clelia. Le caratteristiche del territorio e del vigneto che si trova nel comune di Santa Paolina, nell’areale di produzione del Greco di Tufo, determinano alcune delle condizioni ottimali per la coltivazione della vite.

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