Giovedì, 18 Aprile 2019 15:10

VINITALY 2019, FACCIAMO IL PUNTO

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Vinitaly 2019, la 53ª edizione del salone internazionale dedicato al vino e ai distillati traccia il bilancio sullo stato di salute del mercato interno del bel Paese. Si beve molto di meno rispetto alla metà degli anni ’90 del secolo scorso (oltre 25% in meno), ma la platea dei consumatori si è allargata, anche se la media di consumo è inferiore al bicchiere al giorno.

Si beve meno, dunque, ma il mercato del vino tiene e produce un valore stimato in 14,3 miliardi di euro per un volume del venduto pari a quasi 23 milioni di ettolitri. Nel confronto tra i principali mercati per valore dei consumi, l’Italia si posiziona al 4° posto dopo USA, Francia e Regno Unito. Il vigneto-Italia è stimato in 650.000 ettari, con 406 vini a denominazione e oltre 300.000 aziende che contribuiscono alla meravigliosa biodiversità del vigneto e alla strabiliante diversificazione della nostra offerta nazionale.

 

Facciamo il punto con il Presidente e il Direttore Generale di Veronafiere S.p.A., Maurizio Danese e Giovanni Mantovani.

Per il Presidente di Veronafiere Maurizio Danese: “Per la prima volta abbiamo stimato il valore al consumo del primo mercato al mondo per i nostri produttori. Il dato, che supera i 14 miliardi di euro, la dice lunga su quanto il settore impatti non solo sulla filiera ma anche sui servizi e sull’Horeca”.

Per il popolo del bel Paese, il vino è essenzialmente tradizione e cultura, conferma il Direttore Generale di Veronafiere Giovanni Mantovani: “Per gli italiani il vino va oltre lo status-symbol, rappresentando un tassello fondamentale della cultura tricolore, al contrario di altri Paesi consumatori. E Vinitaly è un brand riconosciuto come bandiera: Vinitaly ha l’obiettivo di parlare attraverso tutti i canali possibili”.

Continua Mantovani “Una delle cifre che caratterizza anche questa edizione di Vinitay è stato l’ulteriore incremento del 3% dei buyer presenti in Fiera, registrando ben 33.000 presenze. È il risultato delle ulteriori risorse investite sull’attività di incoming, con gli inviti selettivi rivolti a 50 paesi target, grazie anche alla collaborazione con Agenzia ICE.  Nella top five delle provenienze degli operatori internazionali prevalgono gli Stati Uniti (+2% sul 2018), seguiti da Germania (+4%), Regno Unito (+9%). Giù dal podio Cina (+3%) e Canada (+18%)”.

Quadro generale che conferma un settore complessivamente in salute, con chiare linee-guida volte ad una sempre più marcata quanto necessaria internazionalizzazione.

 

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