Ho incontrato l’azienda Occhipinti al Vinitaly, si lamentavano per un furto di svariati cartoni di vino, già, succede anche questo in uno dei primi eventi al mondo.
Arianna Occhipinti è giovane, dai colori tipici della donna mediterranea di altri tempi, non la assoceresti ad un’azienda vinicola dall’aspetto, ma piuttosto ad un libro! Si ha proprio la figura della scrittrice! L’aspetto non inganna, lei un libro, anche ben ideato, l’ha scritto sul serio! Edito da Fandango è intitolato "Natural Woman: la mia Sicilia, il mio vino, la mia passione". Un sottotitolo che adoro! Il titolo poi è una citazione della nota (omonima) canzone di Aretha Franklini! Si tratta di un testo autobiografico che tocca temi importanti anche a livello psicologico ed economico.
Dopo qualche chiacchiera ed un pizzico di ironia sull’organizzazione dell’evento passiamo alla degustazione, vado deciso, voglio provare il Frappato 2013.
Il Frappato è un vitigno autoctono a bacca rossa della zona del Ragusano/Siracusano; si tratta di un vitigno molto antico forse proveniente dalla penisola iberica.
I suoi grappoli sono composti da acini fittissimi che spesso, durante la maturazione finiscono per schiacciarsi tra loro provocando spaccature di alcuni di essi, che possono portare alla formazione di muffe.
Parliamo di un vitigno dalla produzione non molto abbondante, ma che presenta il grande vantaggio di essere piuttosto resistente a malattie e parassiti.
Il Frappato di Occhipinti, è fatto con uve biologiche (parliamo di un vino biodinamico al quale è stata riconosciuta una tripla A) provenienti dalla zona di Vittoria da vitigni con un’età media delle viti di circa 45-50 anni.
Viene fatto utilizzando solo lieviti indigeni e non è filtrato, resta cinquanta giorni sulle bucce, quattordici mesi in botti da 25hl non tostate e due mesi in bottiglia.
Colore rosso rubino scarico, al naso frutti rossi, erbe di campo, iris, ribes, prugna, mirto, pepe rosa e castagne.
Al palato è un vino non semplice, non per tutti, a chi non è in grado di apprezzarlo può persino infastidire!
Siamo in presenza di un vino polposo, da “masticare”, con una struttura importante ma allo stesso tempo fresco, sapido e minerale, il cui tannino è caldo e “bussa” nella nostra bocca proprio per farsi sentire.
La Sicilia deve ripartire da realtà pure come questa, aziende che fanno prodotti speciali, condotte in modo tradizionale ma con l’occhio di chi guarda avanti, ad un futuro sostenibile: brava Arianna.