La Cantina Ettore Germano produce vini d’eccellenza che periodicamente torno ad assaggiare, tra cui alcuni bianchi straordinari come il Riesling Herzu, vini spumanti e rossi come i Barolo Prapò, Ceretta e Lazzarito, tutti cru di Barolo del comune di Serralunga d’Alba. Oggi racconterò il Barolo Lazzarito Riserva 2012, il millesimo attualmente in commercio. La filosofia produttiva di Sergio è focalizzata sul massimo rispetto per un territorio straordinario, che va preservato tutelando le biodiversità e dove le produzioni massive e omologate sono assolutamente da escludere.
Il Barolo Lazzarito viene ottenuto con le uve Nebbiolo provenienti da un vigneto di meno di un ettaro, altamente vocato e che ha addirittura quasi 90 anni. Le piante, oggetto di una corretta potatura del secco e del verde, e per le quali si evita l’utilizzo di fitofarmaci e disinfestanti, si trovano in ottime condizioni di salute e di vigore. La vigna impiantata su un territorio che risale dunque ad un’epoca antica di formazione, risalente al periodo Elveziano del Miocene, è situata ad un’altitudine compresa tra i 320 e i 360 metri sul livello del mare e gode di un’ottimale esposizione sud-sudovest. Il terreno presenta complessivamente una composizione calcareo-marnosa con piccole percentuali di sabbia. La densità delle piante è di 6000 ceppi per ettaro e la resa del vino per ettaro è di soli 45 ettolitri.
La raccolta dell’uva è manuale e viene condotta in cassette a maturazione avanzata, di solito ad ottobre inoltrato. In cantina l’uva viene diraspata e pigiata in serbatoi d’acciaio in cui avviene la fermentazione alcolica con macerazione delle bucce. La vinificazione si protrae fino a 60 giorni, durante i quali vengono effettuati diversi rimontaggi giornalieri per favorire l’estrazione di colore e tannini. Dopo la svinatura e la fermentazione malolattica, il vino viene posto in botti da 20 ettolitri dove sosta per un periodo di affinamento di 36 mesi. Viene quindi imbottigliato per riposare ancora per 24 mesi in bottiglia prima di essere messo in commercio come Riserva.
Passiamo alla degustazione del vino.
Barolo Lazzarito Riserva 2012
Di un bellissimo colore rosso rubino brillante dai riflessi granata, imprimendo una rotazione al calice il vino forma lacrime spesse che ne rivelano una grande consistenza e morbidezza, per via di una indubbia concentrazione glicerica. Molto fine e intenso all’olfatto, risulta ampio con in evidenza aromi di violetta e piccoli frutti rossi, in particolare more, prugna, esprime quindi sentori di sottobosco, spezie, tostati di caffè, balsamici e liquirizia nel finale. Bocca larga connotata da una grande freschezza e da mineralità, con la morbidezza che non compensa del tutto l’enorme tannino avvertibile nell’intero cavo orale. Chiude con una lunghissima scia retrolfattiva ancora di liquirizia che dura per svariati minuti.
Barolo austero, è del tutto intuitivo che darà il meglio di sé dopo alcuni anni di affinamento in bottiglia. Ma oggi si può senz’altro accostare a grandi arrosti oggetto di lunghe cotture, meglio se aromatizzati.