Nel corso del tempo il Brunello di Montalcino ha acquisito sempre maggiori riconoscimenti, grazie anche al continuo stimolo alla produzione di vini di qualità della famiglia Biondi Santi. È stato tra i primi vini d’Italia ad ottenere il riconoscimento della DOC ad inizio degli anni ’60 del secolo scorso e la DOCG meno di un ventennio dopo.
La Tenuta del Greppo si sviluppa su un sistema collinare a 400-500 metri s.l.m per una superficie di 150 ettari, 25 dei quali coltivati a Sangiovese grosso. I vigneti della Tenuta, orientati a nord, nord/est, est, sud/est, sono impiantati su terreni magri, molto ricchi di galestro. Il microclima tendenzialmente secco durante la maturazione dell'uva, oltre che gli sbalzi tra le temperature notturne e diurne, sono le condizioni ideali che permettono la piena valorizzazione dei profumi e della struttura del Brunello.
Il Brunello Biondi Santi viene prodotto da piante che hanno almeno 10 anni di vita con rese per ettaro che non superano i 45 quintali. Dopo la raccolta manuale, la diraspatura e la pigiatura, l’uva fermenta in grandi vasche di cemento per oltre due settimane a temperatura controllata. Durante questa fase, vengono eseguiti due rimontaggi giornalieri, in modo che il cappello di vinacce risulti sempre bagnato, evitando così fermentazioni indesiderate. Dopo la svinatura, viene svolta la fermentazione malolattica. Il vino nuovo passa quindi in botti grandi di rovere di Slavonia e vi rimane fino alla fine del quarto anno di affinamento prima dell’imbottigliamento.
Passiamo alla degustazione.
Brunello di Montalcino Biondi Santi 2001
L’annata 2001 si è contraddistinta per l’andamento climatico molto positivo per il vigneto di Montalcino. Millesimo sostanzialmente secco, con un inverno freddo e una primavera con temperature al di sotto della media. Poi si è assistito a un buon recupero vegetativo a partire dall’allegagione e per tutta la calda estate. Vendemmia iniziata nella seconda decade di settembre e considerata universalmente eccezionale, con la raccolta di uve sane e ricche di estratti e di acidità.
Di colore granato intenso e brillante, il vino denota presto una notevole ampiezza dello spettro olfattivo. Il calice sprigiona subito sentori di rosa e violetta, quindi frutta rossa, mirtillo e amarena in evidenza. Poi subentrano note caratteristiche che rimandano ad una iniziale terziarizzazione: sottobosco, liquirizia, tostati di cioccolato, spezie e balsamico nel finale. In bocca avvertiamo la grande struttura, tannini finissimi che si fondono con un’importante sapidità e un’ancora evidente acidità ben bilanciata dall’alcol e dalla bella morbidezza. Molto persistente nel finale su note mentolate e balsamiche, si caratterizza ancora per la decisa gioventù e la grande freschezza.
Un vino importante, molto elegante con profumi raffinati e un sorso aristocratico. Campione ancora giovane che avremmo potuto stappare tranquillamente tra altri 15 anni. L’abbiamo degustato accompagnando degli ottimi involtini di vitella ripieni, ma l'avremmo anche potuto servire con arrosti e cacciagione. Peccato non disporne di un’altra bottiglia per poter fare la prova.