Sabato, 26 Settembre 2015 17:40

Luca Maroni ed il Montepulciano d’Abruzzo Bio da 3,49 euro

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Un giorno decido di entrare in un Lidl (ebbene si, è successo anche a me!), trovo ottimi alcuni attrezzi da bricolage e quindi decido di entrare a comprare qualcosa, ma essendo un curioso, non posso esimermi dall’andare a mettere il naso nella corsia dei vini!

Gli “ottimi” francesi tanto sponsorizzati da esperti in radio, di cui abbiamo parlato ad esempio in questo articolo, ma anche barolo sotto i 5 euro e chi più ne ha più ne metta!

Vengo però attratto da un vino messo molto in evidenza, con al collo un’elegante “cravatta” firmata Luca Maroni, altro che Marinella!

“Immaginate una piccola e meravigliosa vallata circondata da vigneti, situata nelle selvagge montagne d’Abruzzo. Immaginate i raggi del sole che dolcemente riscaldano le uve, e la luminosa e fredda luna che rinfresca la notte. Respirate l’aria del vento pungente proveniente dalle alte montagne, ascoltate l’ululato del lupo in lontananza. Qui è dove il nostro Montepulciano cresce, qui è dove la natura c’ha dato un dono prezioso”.

Ecco ora immaginate che un buon Montepulciano possa costare compreso di bottiglia in vetro 3,49; immaginate che, le altre cantine siano ladre ad offrire prodotti superiori di molto a questo costo e quindi, cominciate a pensare di comprarlo, ma un attimo non fatelo! Vediamo cosa ne pensa l’esperto autorevole! L’occhio cade su “94 Punti, Annuario dei migliori vini italiani” ed ancora: “Un Montepulciano d’Abruzzo di raro valore, profumi di pulizia e di fragranza illibata, con note di ciliegia e mora in limpidissima evidenza. Sapore di morbidezza e suadenza fenomenale Un fuoriclasse delle doti viticole ed enologiche di purezza e naturalezza eccezionale”… e poi è anche bio!

Cavoli come si fa a non comprarlo! Con 3,49 euro decido di portarmi a casa questo “fuoriclasse” “illibato” e “suadente” fatto in un paradiso terrestre (da un’azienda Veronese).

Verso nel bicchiere questo Passo dell'Orso: rosso rubino scarico; al naso ciliegia, amarena ed affumicato; al palato non ha corpo ne’ carattere; strutturalmente leggero, poco persistente e dal tannino un po’ ruvido.

Bevibile come lo è un “buon” vino della casa in osteria, è finita con un’usanza napoletana: “a percoc int o vin” giunta in soccorso a dargli un senso.

Vale ciò che costa, ma a quel prezzo qualcosina anche di meglio lo si trova.

Questo vino mi ricorda un po’ la storia di quello chef che cucina con le patatine fritte in busta e del suo “compare” che sponsorizza sughi pronti!

Maroni è un grande esperto ed una persona intelligentissima, ma quando sciorinate pareri di esperti come lui per farne inappellabili sentenze, ricordatevi anche di questo!

Non siamo grandi esperti come Luca, forse ci sbagliamo, e non facciamo consulenze perché probabilmente nessuno ci valuterebbe per fare da testimonial; ma, anche per questo, continuiamo ad essere “puri” e sani.

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Bevendo gli uomini migliorano: fanno buoni affari, vincono le cause, son felici e sostengono gli amici.

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