Sabato, 20 Giugno 2015 11:13

Komic: il Sauvignon di famiglia

Scritto da
Vota questo articolo
(3 Voti)

Oggi vi porteremo a fare un piccolo viaggetto nel vino del Friuli!

Degusteremo uno dei bianchi che, se lavorati in un certo modo, si fanno preferire al mio palato: un Sauvignon.

L’Azienda di questa volta è Komic, condotta dai fratelli Francesco, Claudio e Boris coadiuvato dal padre Eugenio. Tanta esperienza per coltivare le vecchie viti piantate sui “Sacri Colli”, tra la Conca d’oro fino a Rupis fino a 200 metri d’altezza.

I Komic producono il Blanc des Rupis che nasce da un uvaggio di Sauvignon Blanc, Riesling Renano e Ribolla Gialla, da uve raccolte nel vigneto di Rupis; un Pinot Grigio, uno Chardonnay, un Tocai Friulano, Ribolla Gialla, Cabernet ed il Sauvigno che degusteremo oggi.

Il colore è giallo paglierino chiaro, un’aroma prorompente e caldo frutti surmaturi gialli, peperone, salvia, menta e fiori gialli. Vino con una grande struttura con un’acidità piacevole che dona il giusto equilibrio a questo prodotto caldo.

Rispecchia la tipicità del vitigno, un vino molto piacevole, profumato, persistente.

Molti lo reputano un vino da aperitivo, mi sento di dissentire, io l’ho bevuto con un pasto a base di pesce e frutti di mare, andrebbe bene anche con formaggi a media stagionatura.

Va’ servito ad una temperatura di circa 10 gradi ed ha un costo che oscilla tra i 15 ed i 18 euro, un prodotto da acquistare e tenere lì

Letto 2843 volte
Wine

Bevendo gli uomini migliorano: fanno buoni affari, vincono le cause, son felici e sostengono gli amici.

plus.google.com/b/100684260859710572834/100684260859710572834/?rel=author

Potrebbe interessarti anche:

  • Cena Degustazione: Roberto Sarotto da Ozio Gastronomico Cena Degustazione: Roberto Sarotto da Ozio Gastronomico

    Abbiamo organizzato una bellissima cena-degustazione a Palermo, un incontro "Sicilia-Piemonte" tra grandi vini della tradizione piemontese e piatti gourmet della cucina siciliana e non solo: presso il ristorante Ozio Gastronomico di Palermo sono stati di scena i vini dell’Azienda di Neviglie di Roberto Sarotto.

    La cena è cominciata versando nei calici un Asti secco, vino spumante metodo Charmat prodotto con uve Moscato, adatto ad accompagnare aperitivi e antipasti, davvero molto profumato. Un vino ancora troppo poco conosciuto, frequentemente confuso con il veneto Prosecco, con cui ha in comune soltanto il residuo zuccherino (è un extradry con 17 grammi/litro di zucchero). Poi è toccato al Langhe Arneis, un vino che si caratterizza per profumi floreali e fruttati e la notevole spalla fresco-sapida, molto adatto a detergere il cavo orale specie dopo aver mangiato cibi untuosi. Terzo vino il Gavi di Gavi Bric Sassi da uve Cortese, un vino che risulta più morbido rispetto al precedente, che gioca su note fruttate contando anche su una bella acidità. Si passa quindi al rosato Rosae da Nebbiolo in purezza, vino di grande struttura, freschezza e versatilità.

  • Ribolla Gialla Tiare, autoctono e moderno Ribolla Gialla Tiare, autoctono e moderno

    Abbiamo già incontrato Tiare e degustato il suo grande Sauvignon blanc, pluripremiato e ormai molto noto alle cronache del vino. Ma Tiare non è soltanto Sauvignon: è un’azienda solida, situata a Dolegna del Collio in provincia di Gorizia, una cantina che opera da più di trent’anni e che si estende per oltre 10 ettari prevalentemente sul versante nord-est del Collio friulano. Quest’area, contornata dalle Alpi Carniche e Giulie al confine con la Slovenia, presenta condizioni pedoclimatiche assai favorevoli per la coltivazione dell’uva. Oggi parleremo della Ribolla Gialla di Tiare.

    La Ribolla Gialla è un antico vitigno autoctono, coltivato fin dall'epoca romana nella sua zona di eccellenza, ossia sulle verdeggianti colline del Friuli. Quest’uva cardine per il territorio, molto vigorosa, dal germogliamento e maturazione tardive ha un nome caratteristico. Un tempo, a causa della massiccia quantità di acido malico presente in essa, il vino pronto ancora ribolliva non appena servito nel bicchiere prima di essere bevuto. Oggi tuttavia, grazie alla vinificazione e successiva maturazione a temperature controllate, la Ribolla Gialla dà vita a vini straordinariamente eleganti, freschi e profumati.

  • Capriano del Colle 1884 Riserva, una vera scoperta Capriano del Colle 1884 Riserva, una vera scoperta

    La cantina San Michele si trova nella zona di produzione del Capriano del Colle, piccola e poco conosciuta denominazione del bresciano. Il territorio è caratterizzato dall’altopiano del Monte Netto, dove il vigneto si distende, a un’altitudine di circa 100 m. rispetto alla Pianura Padana, su terreni compositi, con un’alternanza di strati argilloso-calcarei, di detriti, sabbia e ghiaia. Le vigne godono di un’ottima esposizione e il territorio risulta particolarmente adatto alla coltivazione della vite.

    La cantina è stata fondata negli anni ’80 del secolo scorso ed è oggi condotta dai cugini Mario ed Elena Danesi. Il vigneto, che si trova in fase di conversione al biologico, è variegato, comprendendo vigne vecchie – come la vigna del Cirillo – e altre di impianto più recente. In ogni caso, anche l’uso di zolfo e rame è sempre stato molto limitato. Di proprietà della cantina è la cascina Belvedere, fondata nel 1884, anno che dà il nome alla Riserva di Capriano del Colle che abbiamo assaggiato.

    Abbiamo degustato quattro annate del 1884. Le più recenti – 2012 e 2011 – sono frutto dell’assemblaggio di Merlot 50%, Marzemino 40% e Sangiovese 10%; il 2009 e il 2008, invece, sono un blend di Marzemino 40%, Sangiovese 40%, Merlot 15% e un saldo di Barbera. In tutti i casi, le uve sono vinificate separatamente. La fermentazione dura una ventina di giorni, quindi i vini sostano in vasche di cemento dove svolgono anche la malolattica. Dopo i travasi, intorno a marzo vengono messi in barrique e tonneau dove affinano per oltre un anno. Quindi i diversi vini vengono uniti e amalgamati per due o tre mesi in vasche di cemento prima dell’imbottigliamento. Il vino sosta infine in bottiglia per un anno prima della commercializzazione.

  • Emiryam Casa di Grazia: verticale di Syrah di Sicilia Emiryam Casa di Grazia: verticale di Syrah di Sicilia

    Casa di Grazia, giovane azienda vitivinicola siciliana, si estende per una cinquantina di ettari ed è condotta da una dozzina d’anni da una donna del vino, Maria Grazia Di Francesco Brunetti. L’azienda, che opera a Gela nel comparto del Cerasuolo di Vittoria, si trova in prossimità della Riserva Naturale Orientata del Lago di Biviere, un lago salato separato dal mare da un complesso sistema di dune ampio poco più di un chilometro. Questo ambiente gode di un microclima particolarmente favorevole per la coltivazione della vite: le forti escursioni termiche garantiscono lo sviluppo degli aromi nelle uve, mentre la vicinanza al mare permette alla brezza di accarezzare le vigne asciugandone l’umidità.

    L’Emiryam è un Syrah in purezza, uva che alcuni storici ampelografi riconducono ad un antico vitigno mediorientale portato, in epoca greco-romana, nella zona di Siracusa. Esiste persino una leggenda che lega il Syrah alla città siciliana: si narra, infatti, che fu l’imperatore romano Marco Aurelio Probo ad importare il vitigno dall’Egitto con l'intenzione di coltivarlo in Gallia. Le sue legioni passarono dal siracusano e quii il Syrah avrebbe messo solide radici, anche se il toponimo “Syra”, come nome della città aretusea, risulta già attestato fin dai tempi dell'Antica Grecia. “Emiryam” deriva invece dalla congiunzione di Emilio e Miryam, i nomi dei figli di Maria Grazia.

    Il Syrah, con cui è fatto l’Emiryam, è allevato a cordone speronato a 120 metri di altitudine, su terreni calcarei e sabbiosi, profondi, ben drenati e di origine alluvionale. L’esposizione del vigneto è a sud, con una elevata densità d’impianto di 5000 ceppi per ettaro. Le uve, selezionate in vigna, sono raccolte manualmente nel mese di settembre in piccole cassette, in modo da evitare il più possibile il danneggiamento degli acini. Le rese sono particolarmente basse, intorno ai 40 quintali per ettaro. Dopo la diraspa-pigiatura soffice, il vino fermenta in vasche d’acciaio per una decina di giorni a 25°C, per sostare poi sulle fecce per tre settimane circa. Dopo la fermentazione alcolica, il vino svolge la malolattica in barrique, dove rimane ancora per soli tre mesi, prima di affinare in acciaio più o meno per un anno. Dopo l’imbottigliamento, il vino riposa all'incirca per sei mesi prima di essere messo in commercio.

  • Sfide 2012 La Madeleine, l’altro Cabernet Sfide 2012 La Madeleine, l’altro Cabernet

    Ho incontrato Massimo D’Alema alcune settimane fa a Roma, durante l’evento legato alla presentazione della Guida dei vini essenziali di Daniele Cernilli. Davanti a me alcuni astanti dialogavano con lui del referendum. Quando è toccato il mio turno ho chiesto: - Possiamo parlare del vino? -

    Il sorriso di D’Alema è stato il preambolo di una piacevole conversazione sulle scelte della sua famiglia di investire nell’azienda vitivinicola La Madeleine, nel cuore dell’Umbria, prediligendo in special modo la coltivazione e la vinificazione di uve alloctone. Tra l’altro, la conduzione tecnica dell’azienda è stata affidata a chi ha più di qualcosa a che fare tanto con l’Umbria, quanto con i vitigni internazionali. Mi riferisco a Riccardo Cotarella che, oltre ad essere il direttore dell’azienda di famiglia Falesco, è soprattutto l’inventore di molti tra i vini più premiati in Italia, tra cui citiamo giusto il Montiano, prodotto nella propria cantina.

    La Madeleine è una giovane azienda vitivinicola, acquistata nel 2008, che Linda e Massimo D’Alema conducono per conto dei propri figli Giulia e Francesco, che ne sono i proprietari. L’azienda comprende 15 ettari di terreno, di cui circa 6,5 destinati al vigneto. Le vigne si trovano in collina, ad un’altitudine compresa tra i 200 e i 300 m s.l.m., tra i comuni di Narni e Otricoli, in provincia di Terni. La proprietà, al momento dell’acquisizione, si presentava in condizioni ben diverse da quelle attuali: della vecchia azienda oggi rimane il solo nome, La Madeleine, scelto dai precedenti proprietari.

Lascia un commento

Assicurati di inserire (*) le informazioni necessarie ove indicato.
Codice HTML non è permesso.

© 2011 Wine at Wine . All Rights Reserved.

Please publish modules in offcanvas position.