Dei vini – tutti molto ben fatti – sono rimasto colpito da quello forse meno impegnativo e tuttavia per me più suggestivo. Tanto che, avendolo nuovamente degustato a cena da amici dopo pochi giorni il mio incontro con D’Alema, non ho resistito alla tentazione di scriverne. Parliamo di Sfide 2012, un Cabernet Franc in purezza, un vino che viene realizzato senza l’aggiunta di solfiti. Un Cabernet prodotto seguendo la lodevole tecnica innovativa, condivisa insieme ad altre aziende, del progetto Wine Research Team di Cotarella.
Sfide, come detto, è prodotto esclusivamente con uve Cabernet Franc, vitigno davvero poco utilizzato nel panorama enologico nazionale. La produzione di Sfide segue un protocollo particolarmente rigoroso, a cominciare dai vigneti sperimentali, che sono stati impiantati e la cui gestione agronomica è effettuata in collaborazione con l’Università di Perugia. I vigneti, che sono allevati a Guyot con una densità di 5400 ceppi per ettaro, presentano una favorevole esposizione ad est. Le uve sono selezionate e la vendemmia, a metà di settembre, è unicamente manuale con raccolta in cassette da 5 kg. La resa non supera i 60 quintali per ettaro.
La vinificazione segue i trattamenti del protocollo Wine Research Team, con l’utilizzo dei lieviti da loro scelti. Vinificazione che, tra l’altro, avviene a temperatura controllata, in acciaio inox e in ambiente ridotto, in modo da preservare al meglio gli aromi varietali dell’uva. Dopo la svinatura e un successivo breve passaggio in acciaio, il vino matura in barrique di rovere francese per un anno circa e per altri 4 mesi in bottiglia, prima di essere messo in commercio. Il millesimo degustato, il 2012, sviluppa 14 gradi alcolici, con un’acidità di 5 g/l e un estratto secco di 30 g/l.
Passiamo ora alla degustazione.
Sfide 2012 si presenta con un colore rosso rubino intenso, con vividi riflessi violacei. Imprimendo una rotazione al calice, forma lacrime spesse e archetti fittissimi, segni evidenti di una notevole struttura del vino. Il naso si apre inizialmente in un bouquet di fiori rossi, che lasciano subito spazio a sentori di frutta matura, mora e prugna soprattutto. Pian piano avvertiamo una nota verde, di foglia di pomodoro su un fondo di vaniglia, costituendo nel complesso un quadro olfattivo abbastanza articolato. Bocca coerente, che conferma la bella struttura del vino, con tannini vellutati e una buona freschezza ben bilanciati dall’alcol e da una grande morbidezza. Chiusura con ritorni retrolfattivi balsamici.
Un vino che abbiamo apprezzato in abbinamento a un risotto alla carne di manzo e salsiccia di maiale, in cui la freschezza del vino si è ben sposata con la tendenza dolce del riso, mentre il tannino ha domato la succulenza indotta della carne. Un vino di cui abbiamo particolarmente apprezzato la notevole piacevolezza di beva e che può essere proposto accostandolo a carni come a formaggi o a primi piatti. In grado quindi di accompagnare un intero pasto.