Nella parte slovena di questa regione, nel villaggio di Gorjansko, a circa cinque km dal mare, nasce l’azienda di Vasja Cotar di cui abbiamo già parlato nell’articolo relativo alla sua eccellente Vitovska.
La famiglia di Vasja inizialmente si occupava anche di ristorazione, ma poi, ha deciso di dedicarsi totalmente alla vite gestendo l’osteria solo su prenotazione.
Prima produzione nel 1988: da allora ben poco della lavorazione è cambiato! Si segue la tradizione ed i vini bianchi vengono prodotti con lo stesso criterio dei rossi!
Durante la macerazione le uve non sono raffreddate, nessun enzima viene aggiunto, neanche il mosto viene raffreddato e si cerca, quasi sempre riuscendoci, di non usare solforosa.
La suggestiva cantina è scavata nella roccia viva che rappresenta una sorta di “fiume di vino”: dal mosto al prodotto finito, infatti, ci si sposta con le fasi della lavorazione sempre più in fondo alla grotta.
La maturazione viene predisposta in botti usate le cui dimensioni variano dai 225 ai 2000 litri, qui i bianchi restano per 2-3 anni ed i rossi per almeno 4-5.
Nessun vino viene filtrato per evitare di “impoverirlo” e per questo i vini Cotar presentano sedimenti all’interno delle bottiglie.
Parliamo di vini naturali, unici ed indimenticabili.
Oggi berremo Bela: un metodo classico che non viene sboccato. Bela vuol dire semplicemente “spumante bianco” senza fronzoli, proprio come Vasja. Quattro giorni sulle bucce, aggiunta di passito del 2011, e l’indicazione, come tutti i vini di Cotar, dell’eventuale quantità di solfiti aggiunti. Il colore è giallo paglierino intenso, il perlage è fitto e fine anche se non continuo; al naso frutta fresca, pesca, albicocca, uva passa, lievito, crosta di pane, burro. Al palato è fresco, con un’ottima acidità e buon equilibrio. Un vino con una lunga persistenza, elegante e deciso, non è certamente un prodotto banale, anzi.
Un eccellente aperitivo, un buon compagno di tavola se abbinato con salumi e formaggi, ma si fa preferire anche con piatti a base di pesce; l’importante è che a berlo ci sia un palato in grado di apprezzarlo.