I fiocchetti sono una pasta ripiena di ricotta e spinaci. Noi li abbiamo cucinati e amalgamati con una besciamella, abbinando il piatto al Greco di Tufo 2013 dell’azienda emergente Fonzone.
Ingredienti utilizzati per 4 persone
> Mezzo chilo di fiocchetti di ricotta e spinaci;
> Latte, farina, burro e una spolverata di noce moscata per la besciamella;
> Sale quanto basta;
> Parmigiano a piacere.
La preparazione
Abbiamo cucinato i fiocchetti in acqua bollente e salata e li abbiamo scolati tre minuti prima del dovuto. Contemporaneamente con latte, farina, una noce di burro e una spolverata di noce moscata abbiamo preparato la besciamella. Scolati i fiocchetti li abbiamo saltati per un paio di minuti con la besciamella in un tegame.
Abbiamo quindi servito i fiocchetti nei piatti e cosparsi di parmigiano grattugiato.
Oggi non parleremo “solo” di vino; oggi vi racconteremo una storia: una storia di un grande prodotto italiano, la pasta, di un’eccellenza campana, e di una famiglia, che come spesso accade, si trova in un momento di difficoltà!
Al centro del nostro articolo ci sarà, oltre al vino, il Pastificio Rummo, colpito tra mercoledì 14/10/2015 e giovedì 15/10/2015 da un violento nubifragio che ne ha danneggiato macchinari, materie prime e prodotti; nonostante il grande impegno dei quindici dipendenti che si trovavano all’interno dello stabilimento e che hanno combattuto per ore contro l’acqua.
Rummo non è un’azienda che lavora molto sui social: basti vedere che la loro pagina Facebook non posta contenuti da Agosto 2015; ma, la campagna #SaveRummo ha catturato l’attenzione di migliaia di persone tra le quali Selvaggia Lucarelli e Fiorello.
Anche noi di Wine at Wine, che da sempre stimiamo i prodotti del pastificio, vogliamo fare qualcosa; ed oltre ad aver riempito le nostre dispense di ottima pasta, abbiamo deciso di raccontarvi di loro, della loro storia ed offrire a voi tutti una ricetta ed un abbinamento, come spesso facciamo.
Il Gewurztraminer è un vitigno che da’ alla luce vini dagli aromi esplosivi ed intensi, talvolta invadenti: è pertanto fondamentale curarne bene l’abbinamento per evitare che il vino sovrasti i sapori invece che valorizzarli.
Ricordatevi che state avendo a che fare con un vino alcolico, un bianco complesso da non servire troppo freddo (14-15°) per non “stordire” gli aromi.
1 – Foie Gras: siete amanti del Foie Gras e non sapete con cosa abbinarlo? Un buon Gewurztraminer dall’importante residuo zuccherino e magari da vendemmia tardiva non vi farà sfigurare!
2 – Sushi: lo abbiamo già proposto in abbinamento con la versione vegana da non disdegnare l’abbinamento con il sushi classico ed il sashimi. Ottimo il matrimonio con lo zenzero!
3 – Crudo o grigliata di crostacei
4 – Riso Basmati e filetto di orata
La nostra rosa di prodotti di cantina Teanum recensiti si arricchisce oggi di un nuovo membro; dopo Tiati Metodo Classico stiamo per degustare un altro spumante, stavolta un metodo Charmat.
Il prodotto in questione è Vento spumante Brut rosè prodotto con aglianico in purezza, proprio come il Gran Tiati.
Spremitura soffice, fermentazione a temperatura controllata con lieviti selezionati; viene poi spumantizzato con Metodo Martinotti con frequenti agitazioni per favorire la cessione di componenti aromatiche da parte dei lieviti.
Colore rosso vermiglio chiaro, con perlage non finissimo ma piuttosto persistente; al naso risaltano subito le fragole e profumo di fiori di campo; al palato non è per nulla banale, ho un corpo equilibrato con una nota acida importante, evidente gusto fruttato e fresco.
Buono come aperitivo ma sarebbe interessante sperimentarlo con una bella macedonia!
Oggi noi l’abbiamo però bevuto con un piatto salutista: spiedini di frutta.
Questa è una di quelle ricette dietetiche ma buone, facile da cucinare e salubre.
Prima di cominciare vogliamo però descrivervi due degli ingredienti principali di questo piatto:
- La curcuma appartiene alla famiglia delle Zinziberaceae ed è conosciuta anche col nome di Zafferano d’India. Essa contiene oli essenziali (di canfora, cineolo, turmerone,), amido, flavonoidi, fibre e coloranti curcuminoidi.Ha proprietà antinfiammatorie, antiossidanti, antivirali ed immunostimolanti. Favorisce la produzione di bile ed il suo deflusso verso l’intestino; può migliorare la salute del fegato; contribuire alla riduzione del colesterolo; aiutare la digestione (specie dei grassi) ed è per questo usata per combattere dispepsia, meteorismo e flautolenza. A seguito di alcuni studi animali pare si sia concluso che la curcumina avrebbe effetti positivi su alcune malattie come il morbo di Alzheimer, l’AIDS, l’artrite ed il cancro al colon ed al pancreas.
- Lo zenzero appartiene alla medesima famiglia della curcuma. Anch’esso ha tantissime proprietà: antiossidante, afrodisiaco, antibatterico, antisettico, cicatrizzante ed antibatterico. Lo zenzero calma la nausea, serve a combattere diarrea, stitichezza, meteorismo e flautolenza, in impacchi viene usato per calmare traumi e dolori reumatici; opportunamente preparato allevia il mal di denti, mal di testa e raffreddore. Viene sempre più spesso utilizzato per l’effetto depurativo e drenante, per la riduzione della stanchezza, aiuta a regolarizzare l’appetito ed a bruciare calorie.
Girando per Roma, ma non solo, tutte le trattorie propongono al cliente questo piatto che, nell’immaginario collettivo, rappresenta la cucina romana in Italia e nel mondo.
Una preparazione che ho visto riproposta a New York come a Londra, ma pochi sanno che questo simbolo della gastronomia laziale non ha niente a che vedere con Roma ma è un piatto di chiara origine abruzzese.
Amatrice, paesotto di circa 2700 anime, in provincia di Rieti (Lazio) a due passi dal lago di Campotosto e all’interno del Parco del Gran Sasso e Monti della Laga fino al 1927 faceva parte della provincia dell’Aquila e dal 1265 al 1861, per circa 600 anni, parte integrante del Giustizierato d’Abruzzo e della provincia Abruzzo Ultra II, nel distretto di Cittaducale, con capoluogo l’Aquila.
Fu Benito Mussolini a voler istituire la nuova provincia di Rieti a cui furono annessi anche i comuni abruzzesi di Amatrice, Cittaducale e Antrodoco.
L’Amatriciana era il piatto tipico dei pastori abruzzesi e in origine era senza pomodoro.
I prodotti indispensabili per la ricetta, il Guanciale* ed il Pecorino di Amatrice*, percorrevano i tratturi della transumanza insieme ai pastori verso i pascoli invernali della Puglia ma anche della campagna romana.
L’amatriciana senza pomodoro ( fino al 1700 ) prendeva il nome di “Gricia” forse per la presenza dell’abbondante pepe che ricopriva il guanciale tale da rendere grigia la preparazione. Solo nel novecento alcuni cuochi originari di Amatrice aprirono locande e trattorie a Roma riproponendo la loro cucina del territorio tra i quali i spaghetti all’amatriciana facendo conoscere al mondo intero un piatto semplice con pochi ingredienti, ma che non ammette errori sia nella preparazione che nell’uso dei prodotti tipici locali.
Vi ripropongo la ricetta originale, esposta al centro di Amatrice davanti ai giardini pubblici.