Alessandro Genova

Alessandro Genova

Sommelier professionista dal febbraio del 2005, sono soprattutto un appassionato a cui piace leggere e documentarsi a proposito dei territori, delle tecniche di degustazione e del meraviglioso mondo che ruota attorno al vino. E che ama ovviamente degustare.

Mi piace mantenere relazioni con produttori, enologi e appassionati come me e non disdegno l’approfondimento delle problematiche distributive e marketing della produzione e della commercializzazione del vino.

Sicilia sud-orientale, nello splendido Val di Noto patrimonio UNESCO dell'Umanità per le testimonianze dell'arte barocca siciliana e non solo. Qui sorge un antico feudo ricavato dal sapiente restauro conservativo di una rocca settecentesca: parliamo della Cantina Feudi del Pisciotto, situata nel territorio della Denominazione d’Origine Controllata e Garantita Cerasuolo di Vittoria, comprensorio vitivinicolo che abbiamo già incontrato raccontando il Frappato di Valle delle Ferle e la verticale di Syrah di Casa di Grazia.

L’azienda vitivinicola, che si estende per 44 ettari compresi tra Piazza Almerina, Caltagirone e Vittoria, è di recente costituzione. I vigneti sono stati impiantati soltanto nel 2002 a un’altitudine compresa tra i 100 e i 250 metri sul livello del mare e a una distanza dalla costa di pochi chilometri: una favorevole posizione che beneficia delle brezze marine e delle escursioni termiche tra il giorno e la notte. La cantina produce circa 400.000 bottiglie suddivise in 16 etichette ed è di proprietà dell’editore Paolo Panerai, titolare anche di Castellare di Castellina e di Rocca di Frassinello in Toscana e che abbiamo già incontrato nel racconto del suo Chianti Classico.

Ho degustato un meraviglioso Barbaresco 2006, vino che nonostante l’invecchiamento stava in ottima forma, espressione di un grande territorio e di un grande uomo che ho avuto la fortuna di conoscere e che incontro di tanto in tanto, meno di quanto mi piacerebbe. Parlo del Barbaresco Santo Stefano, prodotto dall’azienda Castello di Neive di Italo Stupino, situata nell’omonimo paesino poco distante dal comune di Barbaresco. Neive, insieme a Treiso e San Rocco di Seno d’Elvio (frazione di Alba) e a Barbaresco è uno dei luoghi dove è possibile produrre il Barbaresco DOCG.

Neive deve il suo nome ad una nobile famiglia romana, Gens Naevia, anche se divenne un Comune soltanto verso la fine del XII secolo. L’attuale castello fu ultimato a metà del 1700, sulle fondazioni di una precedente fortificazione risalente al XVI secolo, periodo in cui Neive entrava nella sfera d’influenza sabauda. In questi luoghi, al servizio del Conte di Castelborgo, nel XIX secolo operò l’enologo e mercante Louis Oudart che attrezzò la cantina del castello e che, primo nell’area, come abbiamo visto nella storia dei Marchesi di Barolo che ho raccontato, produsse con le uve Nebbiolo un vino secco, di imponente struttura e grande longevità. Con il nome “Neive” ottenne una medaglia d’oro all’Esposizione di Londra del 1862 trent’anni prima dell’avvio della produzione del Barbaresco moderno.

 

Cantina Orsogna 1964, è un’azienda vitivinicola molto particolare. Cantina sociale, come tante ce ne sono in provincia di Chieti, nasce appunto nel 1964 nel ridente borgo di Orsogna come Società olearia e vinicola. Oggi la Cantina concentra la quasi totalità della produzione sul vino, annovera circa 600 soci per oltre 1.200 ettari di vigne ed un totale di circa 1,7 milioni bottiglie prodotte senza considerare il vino sfuso. Già in passato Wine at Wine si è occupato di Cantina Orsogna: oggi torniamo a parlarne per raccontare un vino molto particolare: la Passerina Vola Volè.

La prima cosa che fa di Cantina di Orsogna un unicum nel panorama nazionale è che oltre l’85% di questo immenso patrimonio di vigneti è certificato biologico o biodinamico. Gli ettari condotti in regime biodinamico sono circa 300 (e oltre una cinquantina in fase di conversione), caratteristica questa che rende Cantina Orsogna la più grande realtà italiana nell’ambito della produzione di queste tipologie di vino e uno dei più grandi attori a livello mondiale. Numeri impressionanti, che nascono dalla scelta strategica, presa una ventina d’anni fa, di puntare con decisione su di un’agricoltura più sana e rispettosa dell’ambiente e dell’uomo. Una scelta etica ma lungimirante al tempo stesso, che nel corso tempo avrebbe avuto un riscontro commerciale anche nel mercato internazionale.

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