Martedì, 15 Luglio 2014 14:46

Cosa c’entra il vino con la fontana di Trevi?

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La Fontana di Trevi è certamente tra le più note fontane al mondo, progettata da Nicola Salvi, è stata inaugurata nel 1735.
Resa ancora più celebre da Anita Ekberg nel film “La Dolce Vita” di Fellini, dove l’attrice, in una famosa scena, chiama Marcello Mastroianni nella fontana: “Marcello… come here” .
La costruzione del monumento è collegata a quella dell’acquedotto Vergine, nel periodo dell’imperatore Augusto.

Durante la sua evoluzione artisti come Leon Battista Alberti e Gian Lorenzo Bernini sono intervenuti per modificarla.
Vi starete ovviamente chiedendo perché vi parlo di arte e non di vino!
Il motivo è che la fontana di Trevi ed il vino sono strettamente collegati proprio dai lavori del Bernini che,intento a trasformare piazza e fontana, a seguito di un ordine di Papa Urbano VIII nel 1640.
Il Bernini progettò un’enorme mostra d’acqua, l’allargamento della piazza e stabilì di orientare la fontana verso il Quirinale.
Non restava che finanziare i lavori!
Ed è qui che entra in gioco il ruolo del vino!
E’ risaputo che i romani fossero dei gran bevitori e che innaffiassero le ricorrenze e le vittorie con fiumi di vino, lo stato decise così di creare un’accisa sul prezioso e consumatissimo nettare per trovare i fondi necessari.
Nulla di diverso rispetto a quanto mettono ed hanno messo in pratica i moderni politici!
La reazione del popolo non fu delle migliori visto che si andava a toccare un bene così importante e caro per gli antichi romani.
L’epilogo fu simile a quanto accadrebbe presumibilmente oggi: i fondi non bastarono e vennero drasticamente tagliate le risorse a Bernini a causa della guerra tra il Papa ed il Ducato di Parma e Piacenza; alla morte di Urbano, il nuovo Papa Innocenzo X abbandonò il progetto.
Numerosi altri progetti, Papi ed artisti hanno lavorato all’opera fino a renderla così come la vediamo oggi.
La cosa curiosa è che proprio il vino è servito per dare i natali a questa famosa fontana ripiena d’acqua!
Bisogna dire che forse, in quel caso, pagare una tassa sul vino è stato un bene; chissà se diversamente oggi potremmo ammirarla così com’è.

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