In Veneto in realtà lo scenario è diverso, razzisti ce ne sono, come in tutte le regioni del mondo, e spesso non si tratta di gente cattiva, ma semplicemente di persone che vivono all’ombra di preconcetti e di ignoranza; gli stessi fattori che alla fine finiscono per identificare gli abitanti di questa regione con degli stereotipi!
I Veneti lavorano, per fortuna, ma anche qui c’è la crisi ed ovviamente non sono tutti imprenditori!
I Veneti sono ospitali, ti aprono le porte di casa e prendono tutto a cuore… se dovessi paragonarli ad un altro popolo d’Italia, beh io vedrei, per molti aspetti, delle similitudini con i campani, paradossale? Non credo.
Il prosecco è un vino popolare, il Veneto medio ne beve a fiumi; è beverino e costa poco, ma, a mio avviso, viene capito davvero solo nella zona di Treviso.
L’Amarone è un gran vino, il Ripasso pure e gli stessi Veneti, insieme col Prosecco, finiscono per esserne schiavi.
Dietro l’ombra dell’Amarone vive un’uva molto diffusa, la Corvina Veronese: un vitigno autoctono della zona presente nella composizione dell’Amarone dal 45 al 95 percento.
Parliamo di un vitigno a foglia media, con grappolo cilindrico-piramidale; di un’uva che matura tardi e che viene impiegata anche per il Bardolino. Io ho degustato quest’uva vinificata in purezza più volte, ed oggi vi parlerò di un prodotto di Castelforte, cantina del gruppo Riondo.
Un vino dal colore rosso rubino impenetrabile, che al naso si manifesta con aromi forti ed intensi di frutti rossi, tra i quali spiccano la mora e l’amarena, più delicati e dopo un po’, arrivano al naso la vaniglia, viola e le spezie, tra le quali si nota forte il pepe nero.
Al palato ha un corpo rotondo ed una discreta acidità con tannini piacevoli, di media persistenza. Un buon vino, grazie al veneto che me l’ha consigliato!