Chianti tra tradizione e innovazione
Nella seconda metà dell'Ottocento iniziava uno studio per le codificazioni dei cloni del vitigno poiché nasceva la necessità di stabilire come doveva essere il Chianti. A tal proposito Bettino Ricasoli nel 1872 introdusse la bacca bianca come la malvasia nell’uvaggio del Chianti poiché, accrescendone il sapore, lo rendeva un vino di pronta beva. Con gli anni però la percentuale della bacca bianca aumentò, fino al 30% e fu aggiunto anche il Trebbiano. Il risultato si sostanziò in Chianti pallidi che venivano “colorati” e rafforzati perciò con rossi meridionali.
In questo clima dove si sentiva la necessità di rivalutare un grande territorio nel 1971 gli Antinori danno alla luce il Tignanello, che, oltre al Sangiovese, prevedeva l'introduzione di vitigni internazionali quali Cabernet Franc e Cabernet Sauvignon e l’invecchiamento in piccole botti di rovere.
Altre aziende seguono il flusso della "ribellione" dando alla luce altri vini di ispirazione Antinori chiamati Supertoscani oggi IGT eccellenti.
Sergio Manetti dal canto suo investe nella tenuta Montevertine nella stupenda cornice del comune di Radda in Chianti. L'anno 1971 segna anche l'imbottigliamento del Pergole Torte, Sangiovese in purezza.
Vini di indubbia eccellenza che andando contro al disciplinare dovevano essere classificati perciò come “Vino da Tavola”.
Qualche anno dopo il Tignanello entra in commercio portando con se altre novità come il Solaia (cabernet sauvignon,sangiovese e cabernet franc).
Questi vitigni internazionali si affacciarono anche nella produzione del Chianti. Cabernet Sauvignon, Cabernet franc e Merlot eccellenti spalle per il Sangiovese.
Le diverse zone del Chianti
Il Chianti trova la sua terra di elezione tra le provincie di Firenze e Siena, comprendendo parte delle provincie di Firenze, Siena, Arezzo, Pisa, Prato e Pistoia.
Proseguendo a est di Firenze la denominazione Chianti Rufina si caratterizza per vini di indiscussa eleganza adatti ad affrontare un lungo invecchiamento.
Il Chianti Colli Senesi avvolge il palato con la sua finezza inconfondibile, mentre il Chianti Colli Fiorentini, Chianti Colline Pisane ,Chianti Colline Aretine, Chianti Montespertoli e a nord ovest di Firenze Chianti Montalbano , rappresentano Chianti meno ambiziosi ma pur sempre dotati di carattere e personalità .
In questa complessa realtà del Chianti, dove a distanza di pochi chilometri cambiando il terroir varia anche lo spessore e il corpo del vino, la sottozona Chianti Classico resta la migliore. Le vigne del Classico si distribuiscono tra i 250 e gli oltre 500 metri sopra il livello del mare, e la sfida di ogni produttore è quella di riuscire a far evolvere i tannini riducendo l'acidità del Sangiovese che matura tardivamente; coloro che ci riescono ottengono vini armonici e longevi.
Già nel lontano 1716 intuendo le grandi potenzialità di questo territorio il Granduca di Toscana Cosimo III ne delimita i confini. A tutela del Classico il 14 maggio 1924 a Radda in Chianti nasce il Consorzio Chianti Classico Gallo Nero, tutt'oggi impegnato nel salvaguardare il vino dalle numerose imitazioni promuovendo e valorizzando il territorio.
I comuni Castellina in Chianti, Radda in Chianti, Gaiole in Chianti, Greve in Chianti, parte di San Casciano Val di Pesa, Barberino Val D'Elsa, Tavarnelle Val di Pesa, Castelnuovo Berardenga e parte di Poggibonsi vantano la denominazione Chianti Classico.
Dal colore rubino, sentori di frutti rossi, mora, marasca, floreale di viola, sensazioni pepate, speziate e tostate, balsamico, equilibrato e sempre elegante, sono una serie di descrittori talvolta utilizzati per il Chianti Classico. La struttura e la personalità lo rendono un vino unico.