Martedì, 03 Marzo 2015 11:52

Chianti: percorriamo la strada di un mito

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Chianti: la storia nel bicchiere

Quando si parla della Toscana, si pensa ad un territorio straordinariamente ricco di storia e cultura: basta passeggiare anche solo con la mente tra quei meravigliosi borghi e colline dove si rincorrono i vigneti, favolosi panorami da cartolina.
Il vino, che rappresenta a sua volta cultura e passione, ha reso ancora più celebre questa regione italica nel mondo; oltre alle favolose perle paesaggistiche, la Toscana in ogni angolo del pianeta, viene associata alla produzione di grandi vini rossi in particolare il Chianti. Questo celebre vino deve la sua fama alla dedizione e passione ma anche alle intuizioni di grandi uomini che, susseguendosi nel corso del tempo, lo hanno forgiato. Il terroir poi fa il resto!

Sangiovese dalle origini al Chianti

Fin da tempi remoti in Toscana si coltiva la vite, installandosi poi nel corso degli anni nelle zone più interne fino a conquistare vescovi, abati e monaci che la cominciano a piantare intorno ad abbazie, conventi e monasteri.
Il Sangiovese, di origine probabilmente Etrusca, prospera nel territorio toscano nelle due varietà cosiddette Sangiovese Grosso e Sangiovese Piccolo. Un tempo le due varietà venivano accomunate sotto il nome" i Sangiovese ", ma oggi sappiamo che il Grosso corrisponde al Brunello per esempio, ed il Piccolo soprannominato Morellino, contiene una importante spalla acida.
Le varie zone del Chianti sono così variegate che il Sangiovese, assorbendone il carattere, da’ vita a vini diversi; oltre al vino assistiamo ad un mutamento del vitigno stesso , presentandosi con la buccia più o meno spessa. Questa fu anche un'osservazione di Clemente Santi, che studiando la varietà del Montalcino, con vere selezioni clonali, arriva ad ottenere il Sangiovese con l'acino piccolo e la buccia più spessa, permettendo così una maggiore concentrazione di polifenoli.

Chianti tra tradizione e innovazione

Nella seconda metà dell'Ottocento iniziava uno studio per le codificazioni dei cloni del vitigno poiché nasceva la necessità di stabilire come doveva essere il Chianti. A tal proposito Bettino Ricasoli nel 1872 introdusse la bacca bianca come la malvasia nell’uvaggio del Chianti poiché, accrescendone il sapore, lo rendeva un vino di pronta beva. Con gli anni però la percentuale della bacca bianca aumentò, fino al 30% e fu aggiunto anche il Trebbiano. Il risultato si sostanziò in Chianti pallidi che venivano “colorati” e rafforzati perciò con rossi meridionali. 
In questo clima dove si sentiva la necessità di rivalutare un grande territorio nel 1971 gli Antinori danno alla luce il Tignanello, che, oltre al Sangiovese, prevedeva l'introduzione di vitigni internazionali quali Cabernet Franc e Cabernet Sauvignon e l’invecchiamento in piccole botti di rovere.
Altre aziende seguono il flusso della "ribellione" dando alla luce altri vini di ispirazione Antinori chiamati Supertoscani oggi IGT eccellenti. 
Sergio Manetti dal canto suo investe nella tenuta Montevertine nella stupenda cornice del comune di Radda in Chianti. L'anno 1971 segna anche l'imbottigliamento del Pergole Torte, Sangiovese in purezza. 
Vini di indubbia eccellenza che andando contro al disciplinare dovevano essere classificati perciò come “Vino da Tavola”. 
Qualche anno dopo il Tignanello entra in commercio portando con se altre novità come il Solaia (cabernet sauvignon,sangiovese e cabernet franc). 
Questi vitigni internazionali si affacciarono anche nella produzione del Chianti. Cabernet Sauvignon, Cabernet franc e Merlot eccellenti spalle per il Sangiovese.

Le diverse zone del Chianti

Il Chianti trova la sua terra di elezione tra le provincie di Firenze e Siena, comprendendo parte delle provincie di Firenze, Siena, Arezzo, Pisa, Prato e Pistoia. 
Proseguendo a est di Firenze la denominazione Chianti Rufina si caratterizza per vini di indiscussa eleganza adatti ad affrontare un lungo invecchiamento. 
Il Chianti Colli Senesi avvolge il palato con la sua finezza inconfondibile, mentre il Chianti Colli Fiorentini, Chianti Colline Pisane ,Chianti Colline Aretine, Chianti Montespertoli e a nord ovest di Firenze Chianti Montalbano , rappresentano Chianti meno ambiziosi ma pur sempre dotati di carattere e personalità .
In questa complessa realtà del Chianti, dove a distanza di pochi chilometri cambiando il terroir varia anche lo spessore e il corpo del vino, la sottozona Chianti Classico resta la migliore. Le vigne del Classico si distribuiscono tra i 250 e gli oltre 500 metri sopra il livello del mare, e la sfida di ogni produttore è quella di riuscire a far evolvere i tannini riducendo l'acidità del Sangiovese che matura tardivamente; coloro che ci riescono ottengono vini armonici e longevi.
Già nel lontano 1716 intuendo le grandi potenzialità di questo territorio il Granduca di Toscana Cosimo III ne delimita i confini. A tutela del Classico il 14 maggio 1924 a Radda in Chianti nasce il Consorzio Chianti Classico Gallo Nero, tutt'oggi impegnato nel salvaguardare il vino dalle numerose imitazioni promuovendo e valorizzando il territorio. 
I comuni Castellina in Chianti, Radda in Chianti, Gaiole in Chianti, Greve in Chianti, parte di San Casciano Val di Pesa, Barberino Val D'Elsa, Tavarnelle Val di Pesa, Castelnuovo Berardenga e parte di Poggibonsi vantano la denominazione Chianti Classico
Dal colore rubino, sentori di frutti rossi, mora, marasca, floreale di viola, sensazioni pepate, speziate e tostate, balsamico, equilibrato e sempre elegante, sono una serie di descrittori talvolta utilizzati per il Chianti Classico. La struttura e la personalità lo rendono un vino unico.

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Eleonora Baldassini

Eleonora 23 anni,Sommelier Master Class AIS delegazione di Roma. Sommelier ed organizzatrice di eventi e degustazioni nelle location più prestigiose di Roma.

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