500 g. di scialatielli
200 g. di salmone affumicato
350 ml. di panna fresca
100 g. di burro
3 scalogni
1 bicchierino di whisky
1 limone
Qualche goccia di aceto
Prezzemolo tritato
Sale
Pepe
Preparazione scialatielli al limone e salmone
Fondere il burro e rosolare gli scalogni tritati finemente, un pò di prezzemolo ed una striscetta di buccia di limone tagliata a pezzi piccolissimi (per evitare che diano fastidio durante la masticazione); aggiungere il salmone a tocchetti e scottarlo per un po’. Successivamente sfumare col whisky, l’aceto ed il succo di ¼ di limone, mescolare per qualche minuto e aggiungere la panna, salare e pepare, a fuoco dolce lasciare addensare (N.B. La panna fresca impiega più tempo nella cottura di quella in busta).
Cuocere la pasta in acqua nella quale metterete tutte le bucce del limone premuto, dopo l’ebollizione rimuovere le bucce (per facilitare l’operazione potete inserire semplicemente il limone tagliato in 4 pezzi) ed aggiungere il succo di limone che avete conservato a parte; calare la pasta e lasciar cuocere quanto basta.
Una volta scolata tenere da parte una bicchiere dell’acqua di cottura.
Aggiungere i scalatielli nel sugo al salmone, mescolare con delicatezza ed aggiungere lentamente l’acqua tenuta da parte, una volta asciugato servire con del prezzemolo tagliuzzato a crudo, una fettina di limone e un po’ di salmone affumicato e non cotto, se possibile per effetto puramente scenografico adagiare sul piatto una foglia di limone.
Il vino
Ora veniamo al vino, su un piatto semplice e delicato consiglio un vino che abbia le stesse caratteristiche, in questo caso ho scelto un Offida DOC Pecorino della cantina Casalfarneto, facente parte della linea “Le Colline” che l’azienda imbottiglia per la commercializzazione nel canale della grande distribuzione.
Una cantina molto bella costruita in modo da non ledere al fantastico paesaggio marchigiano.
Il Pecorino è un vino antico, per fortuna riscoperto non tantissimo tempo fa.
Il vino che andremo a bere è contraddistinto dalla denominazione “Offida Doc” riconosciuta nel giugno 2001, è la più recente tra le Doc marchigiane; prende il nome da un antico comune della provincia di Ascoli Piceno.
L'Offida Doc è un vino che viene prodotto nelle tipologie di vino rosso (anche Superiore e Novello), Pecorino, Passerina (anche Passito), Vin santo e Spumante.
La produzione
La vendemmia è eseguita a mano ed il vino è ottenuto con la tecnica della vinificazione in bianco:
• pressatura del grappolo intero
• prelievo del mosto ottenuto parte dal primo e parte dal secondo ciclo di pressatura fino a 1,2 atm.
• pulizia del mosto per decantazione statica a freddo
• fermentazione a temperatura controllata
• maturazione del vino in serbatoi di acciaio per 4 mesi
• stabilizzazione tartarica con refrigerazione a -4° C per 6 giorni
• imbottigliamento sterile a freddo mediante microfiltrazione
• affinamento in bottiglia per 3 mesi
Un vino tenue: Colore, odore e gusto
Ora “stappiamo”, ha un colore giallo paglierino, spesso con riflessi verdognoli. Al naso presenta note speziate e in bocca si rivela con un gusto morbido dai sentori di frutta matura, mela renetta, liquirizia, fiori d’acacia e gelsomino.
È un vino di grande struttura e personalità tipica varietale, di buona acidità, fresco, abbastanza morbido, minerale, equilibrato e armonico. Ha un gusto sofisticato e delicato, avvolgente, ma senza coprire i sapori, va servito ad una temperatura di 10-12 gradi e presenta una gradazione abbastanza elevata che va dai 13° ai 13,5°.
Un prezzo competitivo
Il prezzo è irrisorio vista la qualità e varia dai 6 agli 11 euro in GDO ed enoteca e di questo risente anche il rapporto qualità.