Ma il libro tratta anche delle feste pubbliche del vino, sia dei greci che dei romani: dalle Antesterie e Dionisie greche ai Liberalia e Baccanali romani. Le Antesterie come le Dionisie si celebrano in onore del dio del vino e della follia. Le prime durano tre giorni, densi di rituali: l’apertura delle botti, il giorno delle brocche e il giorno delle pentole. Nelle seconde erano centrali le rappresentazioni teatrali. Per i romani, Libero è il dio del seme, forza vitale e procreatrice che segna il passaggio alla vita adulta dell’uomo. Successivamente Libero diventa Bacco e in suo onore sono indetta i Baccanali che nel corso del tempo degenerano fino al loro divieto per motivi di ordine pubblico. Dai banchetti privati alle feste pubbliche le donne restano in secondo piano, specialmente le appartenenti all’aristocrazia. Tranne che nel giorno della festa della Bona Dea, evento totalmente al femminile, in cui gli uomini sono banditi e le donne bevono vino e possono comportarsi in assoluta libertà. Come di solito fanno gli uomini.
In ogni caso, il vino sia per i greci che per i romani è considerata la bevanda alcolica degna di un popolo evoluto. Non altrettanto la birra, ritenuta la bevanda dei barbari. Una sorta di strabismo storico, considerando che i cosiddetti barbari – le popolazioni della tracia o dell’Asia Minore per i greci, i popoli germanici per i romani – pensavano le stesse cose del vino consumato da greci e romani.
Ma il vino trova spazio anche nel diritto antico. Nonostante esistano testimonianze di tentativi di discolpa per azioni contra legem condotte in condizioni di ebbrezza o di ubriachezza, generalmente i reati commessi erano sanzionati sia socialmente che giuridicamente. Partendo dai Centauri e Ciclopi, che da astemi a contatto con il vino non potevano che ubriacarsi – assumendo comportamenti inopportuni o delittuosi - la moderazione nel consumo del vino era in generale accettata. E anche se alcune fattispecie di reato legate al vino erano regolate in modo differente rispetto al diritto odierno, il tentativo di discolpa nel compimento di un delitto sotto gli effetti dell’alcol non veniva assecondato.
Ultimo aspetto che tratta il libro è lo stretto collegamento del vino all’eros nell’età classica, sia per quanto concerne il ruolo della donna, che nella pratica della pederastia. Come già accennato la partecipazione delle donne alle feste pubbliche e alle riunioni private è marginale salvo eccezioni. Anche se nei convivi tardo-romani le donne aspettavano l’ubriacatura dei mariti per agire indisturbate con i propri amanti. La pederastia era invece largamente praticata, nella società greca addirittura favorita con alcuni veri e propri riti che segnavano l'ingresso del fanciullo nella vita adulta.
Al termine del dibattito è stata introdotta l’azienda vinicola calabrese Caparra & Siciliani rappresentata da Gianni Caparra. L’azienda conta 200 ettari di vigneto per quasi un milione di bottiglie prodotte nel territorio del Cirò. Due i vini in degustazione da vitigni di origine greca molto probabile per il Gaglioppo e certa per il Greco: il Volvito (Gaglioppo) e il Curiale (Greco 85%, Chardonnay).
Passiamo al racconto della degustazione del primo dei due vini.
Cirò Rosso Classico Superiore Volvito 2015
Da uve Gaglioppo in purezza, matura per 8 mesi in barrique usate. Il cromatismo che viene evidenziato nel bicchiere è quello tipicamente varietale: colore granato poco concentrato leggermente scarico sull’unghia. Roteando il bicchiere forma archetti fitti e densi, con goccia che scende lentamente; vino di corpo. Lo spettro olfattivo prevalentemente fruttato, mette comunque in risalto una delicata aromaticità mediterranea. Ai sentori di ciliegia matura, di prugna, di cassis e mirtilli si uniscono note di erbe aromatiche di timo, poi spezie dolci, cuoio, una leggera tostatura e liquirizia nel finale. Il palato elegante conferma la buona struttura con una bella mineralità, una vivida freschezza e un tannino composto ben bilanciati da un alcol ben presente (14%). Persistente, il cavo orale viene pervaso da una balsamicità compatta e chiude coerente con un retrolfatto di radice di liquirizia.
Vino già pronto, può tuttavia esprimere il meglio di sé nel giro di qualche anno. Da abbinare a preparazioni a base di carne o anche da provare a tutto pasto. Non potevamo non concludere così il bel pomeriggio trascorso, con questo vino espressione dell’enologia della Magna Grecia.