Giovedì, 13 Dicembre 2018 16:33

Gli eroi bevono vino: mito e storia

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Ho partecipato alla presentazione del bellissimo saggio “Gli eroi bevono vino” scritto dalla professoressa Laura Pepe, docente di Diritto greco antico presso l’Università di Milano. L’evento si è tenuto nella sala consiliare del III Municipio di Roma. Il saggio che ha finalità divulgative, mira a indagare le radici più remote del vino nella cultura classica e nei costumi delle antiche società greca e romana. Al termine della tavola rotonda abbiamo degustato il vino prodotto con vitigni “greci” dalla cantina calabrese Caparra & Siciliani.

Fino al tempo di Omero le storie erano narrate oralmente. Adesso il mito e gli aneddoti che riguardano uomini e dei sono riportati per iscritto nell’Iliade e nell’Odissea. Nella società greca il vino scorre a fiumi: da Ulisse ed Aiace inviati da Agamennone ad Achille come ambasciatori al celeberrimo episodio di Ulisse che ubriaca e acceca Polifemo per fuggire dalla caverna dov’è rinchiuso assieme ai suoi compagni di viaggio.

Importanza rilevante avevano il Simposio e il Convivio, il banchetto per i greci e per i romani. I punti di contatto sono soprattutto formali: per esempio nell’uso del klinai. Il Simposio greco si caratterizza per l’alta ritualità e per la centralità che assume il vino, servito tagliato con acqua. È improntato ad un ideale di uguaglianza dei commensali e il vino viene proposto in un secondo momento, soltanto dopo che la cena è terminata. Nel Convivio romano, cibo e vino sono serviti assieme e c’è una precisa gerarchia tra i partecipanti. Il Convivio segna la fine della frugalitas romana e la cena di Trimalchione ne è l’emblema.

Ma il libro tratta anche delle feste pubbliche del vino, sia dei greci che dei romani: dalle Antesterie e Dionisie greche ai Liberalia e Baccanali romani. Le Antesterie come le Dionisie si celebrano in onore del dio del vino e della follia. Le prime durano tre giorni, densi di rituali: l’apertura delle botti, il giorno delle brocche e il giorno delle pentole. Nelle seconde erano centrali le rappresentazioni teatrali. Per i romani, Libero è il dio del seme, forza vitale e procreatrice che segna il passaggio alla vita adulta dell’uomo. Successivamente Libero diventa Bacco e in suo onore sono indetta i Baccanali che nel corso del tempo degenerano fino al loro divieto per motivi di ordine pubblico. Dai banchetti privati alle feste pubbliche le donne restano in secondo piano, specialmente le appartenenti all’aristocrazia. Tranne che nel giorno della festa della Bona Dea, evento totalmente al femminile, in cui gli uomini sono banditi e le donne bevono vino e possono comportarsi in assoluta libertà. Come di solito fanno gli uomini.

In ogni caso, il vino sia per i greci che per i romani è considerata la bevanda alcolica degna di un popolo evoluto. Non altrettanto la birra, ritenuta la bevanda dei barbari. Una sorta di strabismo storico, considerando che i cosiddetti barbari – le popolazioni della tracia o dell’Asia Minore per i greci, i popoli germanici per i romani – pensavano le stesse cose del vino consumato da greci e romani.

Ma il vino trova spazio anche nel diritto antico. Nonostante esistano testimonianze di tentativi di discolpa per azioni contra legem condotte in condizioni di ebbrezza o di ubriachezza, generalmente i reati commessi erano sanzionati sia socialmente che giuridicamente. Partendo dai Centauri e Ciclopi, che da astemi a contatto con il vino non potevano che ubriacarsi – assumendo comportamenti inopportuni o delittuosi - la moderazione nel consumo del vino era in generale accettata. E anche se alcune fattispecie di reato legate al vino erano regolate in modo differente rispetto al diritto odierno, il tentativo di discolpa nel compimento di un delitto sotto gli effetti dell’alcol non veniva assecondato.

Ultimo aspetto che tratta il libro è lo stretto collegamento del vino all’eros nell’età classica, sia per quanto concerne il ruolo della donna, che nella pratica della pederastia. Come già accennato la partecipazione delle donne alle feste pubbliche e alle riunioni private è marginale salvo eccezioni. Anche se nei convivi tardo-romani le donne aspettavano l’ubriacatura dei mariti per agire indisturbate con i propri amanti. La pederastia era invece largamente praticata, nella società greca addirittura favorita con alcuni veri e propri riti che segnavano l'ingresso del fanciullo nella vita adulta.

Al termine del dibattito è stata introdotta l’azienda vinicola calabrese Caparra & Siciliani rappresentata da Gianni Caparra. L’azienda conta 200 ettari di vigneto per quasi un milione di bottiglie prodotte nel territorio del Cirò. Due i vini in degustazione da vitigni di origine greca molto probabile per il Gaglioppo e certa per il Greco: il Volvito (Gaglioppo) e il Curiale (Greco 85%, Chardonnay).

Passiamo al racconto della degustazione del primo dei due vini.

Cirò Rosso Classico Superiore Volvito 2015

Da uve Gaglioppo in purezza, matura per 8 mesi in barrique usate. Il cromatismo che viene evidenziato nel bicchiere è quello tipicamente varietale: colore granato poco concentrato leggermente scarico sull’unghia. Roteando il bicchiere forma archetti fitti e densi, con goccia che scende lentamente; vino di corpo. Lo spettro olfattivo prevalentemente fruttato, mette comunque in risalto una delicata aromaticità mediterranea. Ai sentori di ciliegia matura, di prugna, di cassis e mirtilli si uniscono note di erbe aromatiche di timo, poi spezie dolci, cuoio, una leggera tostatura e liquirizia nel finale. Il palato elegante conferma la buona struttura con una bella mineralità, una vivida freschezza e un tannino composto ben bilanciati da un alcol ben presente (14%). Persistente, il cavo orale viene pervaso da una balsamicità compatta e chiude coerente con un retrolfatto di radice di liquirizia.

Vino già pronto, può tuttavia esprimere il meglio di sé nel giro di qualche anno. Da abbinare a preparazioni a base di carne o anche da provare a tutto pasto. Non potevamo non concludere così il bel pomeriggio trascorso, con questo vino espressione dell’enologia della Magna Grecia.

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Alessandro Genova

Sommelier professionista dal febbraio del 2005, sono soprattutto un appassionato a cui piace leggere e documentarsi a proposito dei territori, delle tecniche di degustazione e del meraviglioso mondo che ruota attorno al vino. E che ama ovviamente degustare.

Mi piace mantenere relazioni con produttori, enologi e appassionati come me e non disdegno l’approfondimento delle problematiche distributive e marketing della produzione e della commercializzazione del vino.

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